Guidati dal buon senso, e in parte dagli esempi antichi, a quell’infilzata di personaggi, che si levavano a ripetere suppergiù le stesse cose, sostituirono per solito discorsi meno numerosi e più studiati. A noi basta rammentare il consiglio raccolto da Agramante per deliberare sul passaggio in Francia. Riempie quasi per intero un canto dell’Innamorato (II, I, 18-77), ed è bello per vivace contrasto di caratteri. Tra gli altri, vi è messo in mostra l’assennato Sobrino (st. 44-51), che anche là, come nel consiglio d’Arli (Fur., XXXVIII, 48-64), sostiene il partito della prudenza.
La deliberazione di rimettere in un duello le sorti della guerra, ha riscontri quanti si vuole in ogni genere di composizioni eroiche. Ne vogliamo del mondo classico? - Ecco Paride e Menelao (Iliade, III, 69), Turno ed Enea (Aen., XII, 1). Il ciclo brettone ci può dare Artus e Rion,(2131) Ariohan de [554] Sassoigne e Meliadus (Palam., f.o 242). Il carolingio, il doppio duello del Danese e di Carlotto contro Karaheu e Sadoine nelle Enfances Ogier,(2132) ossia in una delle tante guerre di Roma. E per recare qualche esempio anche dai romanzi d’invenzione italiana, citerò il combattimento di Formosa e d’Orlando in un’altra guerra di Roma,(2133) e soprattutto quello di Orlando e Pinagora nel Mambriano (XIX, 31-76). In questi casi, ora vengono a fronte i capi dei due eserciti, ora le persone in cui risiede la causa della guerra, ora un capo ed un campione, ora infine, come avviene anche nel Furioso, campioni da entrambe le parti.
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