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      49; 51-54). L’idea prima è un duello: poi il numero dei campioni si triplica. Siamo dunque saliti di un grado più su che nelle Enfances Ogier. Stavolta non si tratta peraltro di far finita a questo modo la guerra: si mira a toglier di mezzo Orlando. È analogo il fine per cui Galafar manda una sfida a Guerrino in quella parte del Meschino che ha già attratto e fermato la nostra attenzione.(2145) Come teatro per la battaglia si designa l’isola di Lipadusa (st. 55), o Lampedusa. Orbene: nell’isola del Tevere ha luogo quello di Uggeri e Carlotto coli Karaheu e Sadoine, e in [557] un’isoletta di mare l’altro ben altrimenti famoso di Tristano e del Morhault.(2146)
      Che Orlando accetti, e di gran cuore (XL, 56-57), viene di per sé. Non diremo altrettanto del modo come al momento del bisogno il paladino trova la sua spada Balisarda, e insieme un’armatura completa, che dà ad Oliviero, e un ottimo cavallo per Brandimarte (XL, 60-61; XLI, 24-29). Il legno deserto in cui si fa tutto questo bottino, vorrà forse paragonarsi da taluno colla nave di Salomone, nella quale il gran re ha deposto la spada di Davide, ordinando le cose per modo, che l’abbia un giorno Galaad, l’ultimo e il più immacolato tra i suoi discendenti. Fino a quel giorno fatale, la nave si mostra talora ed approda, ora in una, ora in altra parte, dove a qualche privilegiato è concesso di entrarvi e di vederne le meraviglie.(2147) Ma il paragone non regge. Il legno nostro non ha proprio nulla di soprannaturale. E invero, come meglio si potrà intendere più oltre,(2148) esso viene dal Decamerone, G. II, nov.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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