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      Invece i pianti al momento del separarsi e il seguir le vele fino a che è dato di scorgerle (st. 34), sono bensì cose verissime ed opportunissime, ma che cadono anche sotto gli occhi di un osservatore volgare. Fra i molti riscontri, riesce qui giovevole il paragone di Alcione (Met., XI, 457-74),(2160) che ci dà anche il porsi sul letto, e quello altresì di Enone (Her., V, 55-56)(2161) e di Laodamia (Ib., XIII, 17-22).(2162)
      Il sogno della povera donna (XLIII, 155-56), è un’altra espressione felice dei sinistri presentimenti. In genere, s’ebbe già a vedere che di codesti sogni, presaghi di qualcosa di triste, se ne incontra un buon numero nella nostra letteratura cavalleresca, e, potrei anche aggiungere, nelle sue fonti. Ma per non andar troppo lontano, rammenterò di aver accennato, fra gli altri, due esempi femminili: Ermellina e Clarice, che, come la nostra Fiordiligi, prevedono il male dei loro cari.(2163) Anche ad Alcione è rivelata nel sonno la morte del marito, [562] che l’infelice continuava ad aspettare (Met., XI, 653). Sennonché la sua visione viene dopo il fatto, ed esce totalmente dalla categoria dei casi umani. Ché, in forma di Ceice, si presenta a narrare la misera fine di costui lo stesso Morfeo, per ordine espresso della regina degli Dei (Ib., v. 583).
      Così preparata, Fiordiligi non ha bisogno che Astolfo e Sansonetto aprano bocca per conoscere qual fatale annunzio le rechino (st. 157). È una scena rapida, tratteggiata con una verità straziante.(2164) Solo quando gli spiriti ritornano, c’è qualcosa che un pochettino offende (st.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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