È questo un altro esempio di ritagli di una storia, serbati e messi a profitto in altra occasione.(2168)
[564] CAPITOLO XIX
Oliviero guarito. - Conversione di Sobrino. - Ruggiero. - Tempesta. - Scampo. - Uno sguardo al futuro. - Rinaldo in viaggio per l’India. - I portenti della selva Ardenna. - L’ospite cispadano. - Sua storia. - Il nappo fatato. - Storia di Adonio.
Gli attori si vanno via via diradando. Non c’è ormai canto in cui non se ne mettano alcuni a dormire. La cura principale è ora volta al nodo che preme maggiormente al poeta: le nozze di Ruggiero con Bradamante, donde avrà ad uscire la stirpe gloriosa degli Estensi. C’è in queste nozze, stabilite già dal Boiardo, una certa analogia con quelle di Enea e Lavinia. L’Ariosto l’avvertì: se non prima, certo rimaneggiando il poema; che cosa ne nascesse, vedremo poi. Ora conviene ravvicinare i futuri parenti, perché s’abbiano ad accordare tra loro. Il poeta prende dunque Rinaldo, e con Orlando, Oliviero e Sobrino, lo conduce ad uno scoglio, dove già è capitato Ruggiero. L’intreccio, badiamo, è invenzione sua propria. Come si vede, è una combinazione sul fare di altre già menzionate.(2169)
Volendo risanare Oliviero, Messer Lodovico ne chiede i modi alla leggenda sacra, che glieli fornisce sul serio e li vede adoperati da burla (XLIII, 191-92). Guarigioni per via di semplici preghiere non s’erano ancora usate, ch’io sappia, a beneficio degli eroi cavallereschi. Bensì i romanzi conoscevano da gran tempo - lasciando stare le erbe(2170) - un balsamo inestimabile, atto a rimarginare in un attimo qualsivoglia ferita:(2171) virtù portentosa, ma pure concepibilissima, dacché il [565] balsamo era «di quello con che furono unte le piaghe di Cristo».(2172) Alla vista del miracolo, Sobrino si decide a farsi cristiano.
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