Siccome il peccato ebbe realmente effetto, è naturale che il marito voglia vendicarsi; e d’altra parte non ha più luogo nella donna quel misto di vergogna e di sdegno, che l’induceva ad abbandonare lo sposo. Insomma, il disgiungimento dei due coniugi, [583] quando anche non ci fosse di mezzo il bisogno di variare, dovrebbe accadere in modo ben diverso per ragioni psicologiche.
Dunque ne’ suoi tratti principali la prima parte della storia di Adonio mi sembra nata da un processo di evoluzione e da considerazioni deduttive. I casi dell’ospite di Rinaldo vengono in certo modo a frapporsi tra Cefalo e Adonio; sono un termine medio, che serve a collegare gli estremi. Non è solo nell’amante che ciò si scorge. Guardiamo la fata: Manto risponde evidentemente all’Aurora. Ma costei non accompagnava il geloso nell’andata alla moglie. Ben l’accompagnava Melissa, trasformata in un fante, che porta le più ricche gemme immaginabili (XLIII, 35). Orbene, Manto pure se ne viene col suo protetto e se ne viene trasformata; ma si va un poco più in là: la fata ha preso forma di cane, e le cose preziose, essa non le porta, bensì le scuote dal suo corpo, che ne è una fonte inesauribile (XLIII, 110-11; 114). Dal cane portentoso si ottiene tutto quanto si vuole. Qui s’ha forse, mischiato a tutto il resto, un elemento attinto a racconti popolari.(2255) Si pensa, per esempio, alla pianta, e meglio ancora all’uccello, da cui in parecchie versioni la Cenerentola ha vesti, gioielli, ecc.;(2256) e all’animale domestico (generalmente un asino), che per una virtù miracolosa o per effetto d’inganno, emette monete, od anche gemme, di dove per solito manda fuori ben altro.
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