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      (2288) La incontriamo soltanto nei testi toscani; ma si può ritenere quasi con certezza che essa, prima di passar l’Appennino, aveva vissuto non brevemente nell’Alta Italia. Orbene, nella prosa di Andrea da Barberino (I, IX), Almonte, quando la sorella ha vinto la giostra d’Arganoro, le fa giurare di non prendere per marito se non un cavaliere che l’abbatta da cavallo. Ed essa mantiene il giuramento, e in conformità con quello rifiuta poi Beltramo e sposa Riccieri.(2289)
      [594] Colla versione prosaica s’accorda, salvo qualche circostanza insignificante, il testo inedito in rima; lo stampato differisce, del che non ci abbiam da occupare. Bensì c’interessa non poco il vedere il medesimo sistema per la scelta dello sposo applicato di già alla nostra Bradamante anche assai prima dell’Ariosto.
      Esiste un poemetto di 125 ottave, intitolato, Historia di Bradiamonte sorella di Rinaldo da Monte Albano. Se ne conosce un gran numero di edizioni, tra cui ve n’ha del secolo XV.(2290) L’orditura è semplicissima. Si comincia dal render conto dei figliuoli di Amone; ed enumerati prima i fratelli, si viene alla nostra eroina:
      El quinto filio si fu una donzella.
      Chiamata per suo nome Bradiamonte;
      E fu honesta, costumata e bella,
      E portò l’arme in dosso e l’elmo in fronte;
      Né homo non curò sopra la sella:
      Di gagliardia ell’era fiume e fonte:
      E mai nel mondo non volse marito,
      Se non chi l’abatteva sopra il sito.
      La sua rinomanza si diffonde per Paganìa, e giunge anche agli orecchi di Almansore, re di Barbarìa. Costui, sentendo un buffone decantare la donzella,


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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