(2295)
(II, 86-7)
Stimo improbabilissimo che il poemetto abbia preso origine di qui. All’incontro, nell’episodio del Guidone vedrei un riflesso ed un’applicazione di altre composizioni che già svolgessero ampiamente l’idea.
Non posso asserire che s’appoggi unicamente sul poemetto stampato un’imitazione, abbastanza ingegnosa, del Cieco da Ferrara (Mambr., XIV-XV). Il dramma divien farsa, e Bradiamonte vi rappresenta di gusto la sua parte, corbellando in modo atroce il decrepito e innamoratissimo imperatore di Trebisonda. La donzella si finge indotta dall’aspetto... gentil venusto e bello e dal ragionare magnanimo e facondo (XV, 23), a concedere a costui patti insolitamente favorevoli:
Con gli altri il patto mio fu sempre questo,
Che se non mi tran fuora de la sellaAl primo colpo, nulla vale il resto.
A te vo’ dare una miglior novella:
Che se nel corso te trovassi infesto,
O che la lancia ti mancasse in quella,
In giostra possi ritornar da imo,
E ch’ogni colpo vaglia quanto il primo.
(XV, 24.)
Il patto che la donzella dice di aver sempre osservato cogli altri, non conviene coll’Historia di Bradiamonte. Ma forse - anzi, probabilmente - il Cieco fa asserire, per suo comodo, una cosa che non aveva trovato ne’ suoi autori.
[597] Per l’Ariosto, è all’Historia di Bradiamonte che bisogna aver riguardo.(2296) Leone, che per udita invaghisce della valorosa fanciulla, riflette Almansore. Tuttavia in Bradamante c’è altresì qualcosa della Leodila del Boiardo. Costei pure ha immaginato la prova a malizia, per poter prendere senza vergogna il pretendente che le è grato, e rifiutar l’altro (I, XXI, 53-54). Anche la scena dove Bradamante chiede all’imperatore la grazia, deriva manifestamente da questa fonte.
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