) senza trascurare le analogie con Gisippo, confronterò il Prasildo del Boiardo (I, XII, 17). Coi rimproveri che muove a sé stesso, riconoscendosi in colpa anche verso Bradamante, l’eroe ritorna uomo, e riacquista il retto giudizio delle cose: troppo tardi, a dir vero, per riacquistare insieme la nostra simpatia. Un corollario delle cose avvenute in Oriente è l’inalzamento del nostro barone al trono dei Bulgari (XLVI, 69-72). Ho detto che i paladini sogliono rifiutare cotali offerte: ora soggiungo che qualche volta accettano. Gli è così che Rinaldo diviene imperatore di Trebisonda (Trabisonda, canto VII).
Ed ora siamo proprio all’ultimo atto. Dell’apparato delle nozze (XLVI, 73-75, 99-100) sarebbe inutile discorrere; del padiglione di Cassandra (st. 77-98) ho discorso di già.(2315) Resta quindi il solo duello di Ruggiero e Rodomonte.(2316) Il modo com’è introdotto (XLVI, 101) viene dalla Tavola Rotonda. Gli è alla [605] corte di Artù, che l’ora del pranzo - nei giorni soprattutto di feste solenni - è anche l’ora classica delle avventure;(2317) le quali a volte consistono appunto nell’apparizione di un cavaliere sconosciuto, che domanda, o fa domandare battaglia.(2318) Ma il pensiero di chiudere a questa maniera il poema deriva da tutt’altra fonte. L’Ariosto prese norma da Virgilio; il nostro combattimento si deve a quello di Turno e di Enea;(2319) ce lo mostra l’ultima ottava, evidente riflesso dei versi finali dell’Eneide (XII, 950-52). Nella seconda parte, quando i due avversarî non più combattono, ma lottano, la rappresentazione s’è avvantaggiata della lotta che fanno per giuoco nella Tebaide (VI, 826-910) Tideo ed Agilleo;(2320) Agilleo, gigantesco alla maniera di Rodomonte e vinto nondimeno lui pure.
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