1902) il nostro studente Massimo Baldini. Ma ciò nel caso mio neppur monta. Bensì monta che il Foscarini è di gran lunga superiore alla tragedia francese. E nondimeno...!
p. 610, r. 23
Per la drammatica, si consideri bene la Lettera del Manzoni a «M. C.*** sur l’unité de temps» ecc. - Si veda come agisse l’Alfieri: Vita, p. 183 e 293 dell’ed. Barbera, 1894. - E si senta anche il Martini, Pref. alle Comm., Firenze, Le M., 1876, p. XXII (riportato dal Morandi, Antol. d. n. crit. lett. mod., 4a ed., p. 29). - Importante nel Foscolo, Della nuova scuola dramm., Opere, 1850, IV, 310-11, ciò che si riferisce a memoria (V. p. 309) dall’Alfieri, specialmente le parole «Né credo che l’invenzione consista tanto a trovare cose nuove, ma a fare le vecchie nuove, e belle le vecchie mediocri, e bellissime le belle, e nel trovare il sublime ove gli altri non l’hanno veduto. In questo i poeti vanno d’accordo cogli scrittori e i pittori». Il Foscolo non dice fin dove egli consenta; ma non immagina egli più assai che riferire? Certo ciò sarebbe, se il luogo a cui intende di riferirsi fosse il capitolo «Invenzione» nel «Parere» alfieriano sulle proprie tragedie. A me fa molto piacere, perché conferma quanto ero venuto pensando, quel riferirsi alla pittura e scultura. O non è manifesto che le condizioni sono diverse a seconda del genere e della materia? - E così, distinguendo, io posso benissimo accettare ciò che dice il Leopardi nello Zibaldone, p. 3221-22 (Pensieri di varia filos. ecc., V, 254-55).
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