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      Tutt’altro che semplice la riconosce lei stesso nel proporla. Quel ‘mio vj’ esclude ogni possibilità che la postilla sia d’altri che dell’Ariosto, o voluta far passare come dell’Ariosto; e che questa seconda ipotesi manchi affatto di verosimiglianza, è ben manifesto. Però io non vedo altra uscita che dar torto al resultato del confronto grafico. Dal quale io dedurrò bensì che la postilla appartiene a un tempo diverso, ossia a quello in cui il poema si veniva [678] elaborando e in certe parti era ancora disegno. Però condanno e sopprimo nelle mie Fonti, alla p. 176 della 2a ed., il periodo ‘Anzi, a considerar bene la cosa’ ecc. Esso dovrà essere surrogato da uno che muova appunto dalle osservazioni sue».
     
     
      [Tra le pp. 174-75]R. ISTITUTO MAGISTRALE
      «Ruggero Bonghi»
      AssisiIl Preside
      17-4-29
      Ill.mo sig. Professore,
      che la mia ipotesi sia un po’ complicata l’ho riconosciuto anch’io. Non pretendo di cogliere nel segno, ma non vedo la possibilità di sostituire altra più accettabile.
      Se si ritiene ariostesca la postilla riguardante i mostri del Quadriregio, bisognerà ammettere pure che le altre annotazioni del codice, discretamente numerose e tutte della medesima mano, siano dell’Ariosto.
      Ma questi nei molti autografi che possediamo (e ve ne sono di anteriori all’ideazione del Furioso), dal 1499 al 1532, conservò una grafia sempre uguale e costante, anche negli scritti vergati affrettatamente, riconoscibile a primo acchito da chi vi abbia qualche dimestichezza. (Al riguardo ho pubblicato nell’Archivum Romanicum, IX, 1 un art. intitolato Autografi e pretesi autografi ariosteschi, con sussidio di facsimili).


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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