Mi pare impossibile che l’Ariosto, anteriormente al 1499 possedesse una scrittura dalle caratteristiche totalmente diverse da quella che conservò per tutta la vita. E taccio delle difficoltà riguardanti la data della concezione del poema.
Purtroppo, se si rigetta la mia ipotesi, bisogna lasciare il problema insoluto.
Perdoni la chiacchierata e mi abbia sempresuo dev.mo
Michele Catalano
[679][Tra le pp. 208-209]
Prasomaso (Sondrio) 19-12-1910.
Illustre e caro professore,
da un mese mi trovo quassù - nel Sanatorio Umberto I - a passare la convalescenza di una lunga malattia incominciata quasi un anno fa.
Vedo, da quest’altezza, la sua natia Ponte a valle: e penso a Lei ed alla cortese bontà che ebbe sempre verso di me. E siccome la bontà vera è infinita, io mi permetto di rivolgerle un piccolo quesito ariostesco.
Nel primo abbozzo autografo dell’episodio di Olimpia e Bireno, i nomi dei due personaggi erano diversi. L’uno si chiamava Pruteno: l’altra, prima Aquilla, poi Arsilla.
Donde può aver tratto questi nomi l’Ariosto? e le probabili ragioni del mutamento? e questi nomi possono illuminare su qualche fonte dell’episodio non ancora ben nota? Perché mi par di ricordare che anche Lei, nelle sue Fonti, sia rimasto incerto su alcune particolarità dell’episodio.
Come vede, le poche ore lasciatemi libere dalle cure io le passo lavorando attorno al testo ariostesco: quando non legga o rilegga capolavori antichi o moderni, per mio diletto e conforto.
Le auguro buon anno, in anticipo, mio caro professore.
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