Valgrisi), da ragioni grammaticali.
(130) [5] RAYNOUARD, Lexique roman, I, 48.
(131) D’un racconto di buona maniera, che dice leggiadramente cose vere, di savi consigli e d’imprese cavalleresche, di ardimenti e di cortesie, di prodezze e d’avventure, forti, strane ed aspre, d’assalti, di scontri e di battaglia, potete udire il cominciamento.
(132) [1] Normali non sono le condizioni della Chanson des Saisnes, dove il «donneare» ha una parte affatto insolita. Quindi vi si può avere (2a lassa): «Seignor, ceste chançons ne mueta) pas de fabliax, Mais de chevalerie, d’amors e de cembiaxb).»
a) Muove. b) Combattimenti.
(133) [2] Angelica è data in guardia a Namo, II, XXI, 21. La promessa ai due cugini (a ciascuno partitamente) occorre, come già fu indicato a pag. 58, II, XXIII, 15-16. Quanto alla sconfitta, si veda III, IV, 46.
(134) [3] Con questa ottava la 10a dell’Ariosto ha riscontri anche di atteggiamento sintattico e di parole. AR., «Dove, poi che rimase la donzella»; AG., «La qual da poi che vide esser sconfitto». AR., «Entrò in un bosco»; AG., «Nel bosco .... Entrò». Nelle cose, la sola differenza sta in ciò, che l’Ariosto anticipa la fuga di Angelica, mettendola prima della rotta.
(135) [1] Ben ci insistette l’Agostini nel descriverne il duello con Aquilante (IX, 116), che precede quello con Rinaldo. Col capo disarmato, e cercando di coprirsi collo scudo, combatte nel Tristan Gauvain contro Brehus, dopo che questi gli ha strappato l’elmo di testa (II, f.o 229; LÖSETH, p. 330).
(136) [2] PANIZZI.
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