(292) [5] Basti rimandare alla Romania, XXVII, 325.
(293) [6] È stato pubblicato a Bruxelles nel 1865-66 da A. Van Hasselt: Li Roumans de Cléomadès par ADENÈS LI ROIS ecc. (2 vol.).
(294) [1] Dal nome del protagonista è detto invece Meliacin. Il poema è inedito; ma ognuno può averne ampia informazione da Gaston Paris ricorrendo all’Hist. litt. de la France, XXXI, 171 sgg.
(295) [2] V. Romania, t. cit., p. 326.
(296) [3] Una traduzione italiana vide la luce per la prima volta nel 1557.
(297) [4] Certo non è stato un nonnulla nemmeno il salto attraverso alla palude di Meride (XXV, 212).
(298) [1] A questo proposito, ed anche a proposito di Pegaso, ricorderò un luogo del Mambriano: uno tra i non molti di tuono boiardesco e ariostesco. Anche qui Baiardo ha spiccato un salto meraviglioso, balzando d’un lancio, con Ivonetto sulle spalle, oltre le mura e le fosse di Parigi:
Io so che alcun fra vui mi torce il ciglio,
Pian pian, dicendo, Cieco, tu ne menti;
De’ quali certo non mi maraviglio,
Perché color ch’al salto for presenti,
E che videno a guisa d’un smeriglioLevar Baiardo sopra gli elementi,
Con quel armato, a pena si crederoChe tal miracol potesse esser vero.
Nun haviti vui letto che Perseo,
Figliol di Danae, hebbe un caval alato,
Qual poi diè il nome al fonte Pegaseo,
Che per aria el portava essendo armato?
Hor, se questo tal prova al mondo feo,
Maraviglia non è se lo affatatoBaiardo con un salto oltra le mura
Portò Ivonetto carco de armatura.
Creder si vol, poi che Turpin l’ha scritto,
Autor che non suol mai scriver bugia,
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