(346) Vorrebbe.
(347) [2] Qui pure il testo di Torino, col quale l’Ashb. s’accorda, ci lascia, al confronto d’altri, qualche desiderio. - Feb. e Br., st. 18: «La donna apri le man: così lassollo, Unde con quello ramo proffondollo.» - TASSI, p. 380: «E la perfida Damigella .... apre le mani». - Fur., st. 75: «.... e le man apre e stende».
(348) Cade.
(349) Incontinente.
(350) [3] II, 76.
(351) Nel.
(352) [4] III, 5.
(353) Dopo qualche tempo.
(354) [5] St. 6.
(355) [6] Cfr. II, 75.
(356) [7] III, 5.
(357) [1] St. 6.
(358) Nondimeno.
(359) [2] St. 7.
(360) Tali.
(361) [3] St. 8.
(362) [1] St. 13. E non si vede chiaro se la meraviglia non venga solo dalle cose dette da Melissa.
(363) [2] III, 64. - TASSI, p. 436; ALAMANNI, XIV, 198.
(364) Spaccatura.
(365) Si usciva di là dentro.
(366) [3] Ambedue le volte il codice ha broche.
(367) [4] III, 65.
(368) [1] Il nome bisogna aspettarlo fino a VII, 66. Il Fórnari dà a vedere di identificarlo con melète quando dice (II, 117) che «suona nella greca lingua quello, che nella nostra diciamo cura, et essercitatione»; e poco diversamente il Casella, nella sua edizione del Furioso (Firenze, Barbèra, 1877), I, 126, lo deriva «dal gr. Meloo, Curo» (s’intenda mèlo, o * melèo). Certo per il senso la derivazione converrebbe; e per falsa che sia, all’Ariosto non si farebbe oltraggio attribuendogliela; bensì par poco probabile ch’egli non consultasse persone pratiche di greco. Ma poiché s’offre una spiegazione legittima, e soddisfacente ancor essa, non so perché non avrei a preferirla.
| |
Vorrebbe Torino Ashb Unde Damigella Cade Incontinente Cfr Nondimeno Melissa Spaccatura Ambedue Fórnari Casella Furioso Firenze Barbèra Curo Ariosto
|