Così fa anche l’Ariosto (III, 10), seguendo il Merlino italiano a stampa (V. pag. seg.), giustificato alla sua volta pienamente dagli autori del Lancelot (P. PARIS, Rom. de la T. R., III, 26, e G. PARIS, Introd. cit., p. XIV-VI), del Tristan (I, f.o 114, ecc.), del Merlin-Huth, (II, 136-7, ecc.). A guardar bene, Viviana o Niniana è una semplice femmina, divenuta esperta di negromanzia; invece la Dama del Lago e Morgana sono vere fate, abbassate dai romanzieri alla condizione di esseri mortali usciti di corpo mortale. V. P. PARIS, Op. cit., IV, 238. Merita attenzione un passo della Tavola Ritonda (I, 13), dove queste ultime due sono dette sorelle.
(372) [1] Lib. I, cap. II e V; l. IV, c. XLV; e in molti altri luoghi.
(373) [2] Un sunto della parte di questo libro che importa per l’Ariosto, è dato anche dal Fórnari (I, 125). Io mi valgo dell’edizione principe del 1481 (stile ven. 1480), tenendo a riscontro quella del 1554, la quale mi fornisce nella «Tavola» una numerazione esatta dei capitoli. Chi voglia confrontare la volgata dei testi francesi, ne troverà ragguagli sufficienti nei Rom. de la T. R., del Paris, II, 182-85. La versione nostra ha affinità colla redazione del codice Huth, II, 191 sgg.
(374) [3] «.... Veneno al loco dove era la grota streta ne la quale Merlino havea facto fare la casa et l’archa che la donna de lo Lago l’havea tanto pregato che lui facesse.»
(375) [4] 18: «Et la donna disse: ... Io ti prego che ti colechi in quella archa». - 19: «Alhora Merlino entrò ne l’archa et si colecò».
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