15), o perché nel romanzo italiano (VI, 16) quella tomba era «maravigliosa» e «meglio lavorata et artifitiata de tute le altre tombe, che mai fusseno fatte in questo mondo»?
(381) [1] E la st. 18 del Furioso si chiude anche proprio come la 55 dell’Innamorato.
(382) [2] Quest’Ugo Alberto è manifestamente l’Ugo dell’Istoria imperiale (Rer. It. Scr., IX, 317 e 321), dove tuttavia le cose sono messe in maniera diversa, dacché qui una fase germanica non è per la famiglia che un intermezzo tra due periodi italiani (col. 314-17). Questa divergenza è una ragione di più in suffragio dell’opinione, che l’Istoria Imperiale sia realmente dal Boiardo stata tradotta, come da lui si afferma, e non fabbricata: problema non ancora esaurito dalla trattazione che ultimo ne fece C. Antolini negli Studi collettivi su M. M. Boiardo (V. p. 31, n. 1), p. 311-20. Quanto a Matteo Maria, a ciò che ci dice il luogo additato del poema, è da ravvicinare 1’intitolazione del terzo libro nell’edizione originaria del 1486: Libro Tercio de Orlando Inamorato ove sono descrite le maravigliose aventure et le grandisime bataglie e mirabil morte del paladino Rugiero e come la nobeltade e la cortesia ritornarno in Italia dopo la edificatione de Moncelise. Ferma qui l’attenzione Monselice, messo in una evidenza, che non ha riscontro adeguato nella menzione fattane dall’Istoria (col. 317) come di uno de’ feudi dati da Ottone I ad Alberto Azzo, padre di Ugo. Notevole che a Monselice ci trasporti una carta estense tra le più antiche (a. 1011 o 1013), la quale ci presenta uno accanto all’altro i fratelli Ugo e Alberto (MURATORI, Ant.
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