Rivadeneyra dell’Amadís, p. LXXVII.
(439) [3] Queste e le seguenti notizie mi vengono dalla memoria del Luzio e del Renier su Niccolò da Correggio: Giorn. stor. della Lett. ital., XXII, 70-73.
(440) [4] È di un bell’esemplare di questa edizione, appartenente alla biblioteca Melziana, che io potei servirmi per il mio studio.
(441) [5] Mi contento di dare i nomi in forma castigliana, non potendo accertare per tutti la valenziana più originaria.
(442) [1] V. anche in DUNLOP-LIEBRECHT, Osservaz. 117 (p. 466).
(443) Mossa.
(444) Adulterio, fornicazione.
(445) [2] LÖSETH, p. 14.
(446) [3] V. PARIS, Rom. de la T. R., II, 9, nota.
(447) [1] Così la «volgata» nella lezione data in luce dal Sommer, p. 3. Concorda il Merlin del codice Huth, I, 6.
(448) [2] Quel tanto di dubbio che le considerazioni generiche lasciassero sussistere, è tolto dagli elementi che i casi che qui si narrano danno alla storia di Tanacro nel c. XXXVII. V. il cap. XVII, verso la fine.
(449) [3] V. p. 114. La traduzione dice (I. I, c. 4): «In quel tempo era consuetudine ne la Inghelterra.... che quando una femina era trovata in fornicatione overo adulterio nascosamente, subito era per il populo lapidata e morta. Ma se andava al loco publico, niuno li potea contradire né iniuriarla. La quale consuetudine alhora era quasi per toto il mondo.» Il «lapidata» non è giunta italiana, poiché ha riscontro nell’esposizione del Paris, op. e t. cit., p. 10. Ma i testi francesi parlano poi più innanzi di arsione (ed. Sommer, p. 12 sgg.; Merlin-Huth, p. 18 sgg.
| |
Amadís Luzio Renier Niccolò Correggio Giorn Lett Melziana Osservaz Mossa Adulterio Rom Sommer Merlin Huth Tanacro Inghelterra Paris Merlin-Huth
|