).
(450) [4] Che 1’Amadís prenda dal Tristan, è messo bene in sodo dalle parole che seguono a quelle che fanno per noi.
(451) [5] P. 4, col. 2, nell’ed. Rivadeneyra.
(452) [6] Quindi il Panizzi, seguito dal Bolza: «Queste parole sono tradotte quasi alla lettera nei primi quattro versi della stanza successiva», cioè IV, 59.
(453) [1] Posso ora parlarne con cognizione di causa e risolvere i dubbî cui m’ero dovuto rassegnare nella 1a ed. (p. 133-34, nota), grazie prima ai ragguagli fornitimi, sul fondamento di una riproduzione foto-litografica di un’edizione sivigliana del 1529, dall’egregio amico D. Marcelino Menéndez y Pelayo, e quindi all’uso diretto di questa riproduzione medesima.
(454) [2] Versione fortunata: rifatta, se non erro, anche spagnuola in servigio di certe edizioni poliglotte, destinate a servire come libro di esercizio agli studiosi delle due principali lingue meridionali dell’Europa, e insieme del francese e dell’inglese. Strano che il Gayangos, nel già citato Catálogo razonado de los Libros de Caballerías, p. LXXVIII, non si sia accorto dell’identità dell’Aurelio e del Grisel, pur sapendo che l’autore era il medesimo. In francese l’Aurelio fu stampato fino dal 1527 (HARRISSE, Excerpta Colombiana, Parigi, 1887, p. 119) come traduzione fresca dallo spagnuolo, dissimulando la mediazione italiana, che non si limiterà, credo, ai soli nomi. Certe edizioni francesi fecero di quella che era prima «Isabel» una «Flamete», suggerita dall’Italia ancor essa.
(455) [3] Se il Gayangos, l. cit., accenna ad una del 1516, ci sarà, credo, errore di un decennio.
| |
Amadís Tristan Panizzi Bolza Posso Marcelino Menéndez Pelayo Versione Europa Gayangos Catálogo Libros Caballerías Aurelio Grisel Aurelio Excerpta Colombiana Parigi Italia Gayangos
|