(504) [5] Aen., III, 22; Inf., XIII, 31. Il Dolce, il Fausto, il Beni, ecc., additano soltanto Virgilio. Non così il Panizzi, e quindi il Bolza.
(505) [1] La fonte di Fileno «nel 6. del Filocopo» fu additata dal Lavezuola, del quale, come disse già la vecchia prefazione, io ebbi il torto di non raccoglier le voci nei primi sei capitoli della prima edizione. Non trovandola nel libro 6o, il Romizi, Fonti lat., p. 89, credette che il Lavezuola volesse riferirsi al caso di Idalagos, che a lui si presentava nel l. 7o, e che gli si sarebbe invece affacciato nel 5o, se avesse ricorso all’edizione del Moutier (II, 237), oppure a qualcuna delle antichissime. Quanto all’altro episodio, sta in queste nel l. 4o (Moutier, II, 8), e nelle edizioni comuni è nel 5o.
(506) [2] Si considerino i passi seguenti. FILENO: «Bastiti, chi che tu sii che le mie parti molesti con non necessario ravvolgimento, che io sanza essere molestato o molestarti mitighi la tua sete….. A questa voce Filocolo tutto stupefattosi tirò indietro la mano….. O chi tu sii, che nelle presenti onde dimori, perdonami, se io t’offesi….. Ma se l’iddii da tale molestia ti partano,.... non ti sia noia la cagione per che qui relegato dimori narrarci, e chi tu se’». - IDALAGOS: «O miserabili fati! io non meritai la pena ch’io porto, e voi, non contenti ancora, mi stimolate con punture mortali…... Questa voce il veloce corso di Filocolo e de’ suoi compagni quasi tutti pieni di paura e di maraviglia ritenne, e quasi storditi stavano riguardando.
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