(578) [5] V. pag. 165. Alla primavera perpetua dell’età dell’oro, OVIDIO, Met., I, 107, io penso meno che non faccia il Lavezuola, e dietro a lui il Romizi (Fonti lat., p. 102), per la ragione del non esserci rispondenza nel resto. Se di lì si poté prendere una frase, non venne l’idea.
(579) [6] PINDARO, Ol., XIII, 63.
(580) [1] BOLZA, p. XXVI.
(581) [1] La questione, sollevata nelle Notes and Queries, serie 8a, t. III (1o sem. 1893), p. 445, provocò una risposta poco ponderata di J. Woodward, ed una assai notevole di I. Taylor, t. IV, p. 12. In mancanza del giornale inglese, si può vedere la Cultura, 14-21 ott. 1893, p. 248-49.
(582) [2] Aen., VII, 641; X, 163. STAZIO, Theb., IV, 32; VI, 296. VALERIO FLACCO, Arg., VI, 33.
(583) [1] Anche nei poemi cavallereschi c’era qualcosa di analogo alle rassegne: quelle enumerazioni di genti e di capitani, a cui porge occasione la distribuzione dell’esercito in schiere al momento di cominciar la battaglia. V. Chanson de Roland, v. 3525-90, 3216-62, Morg., XXV, 176 (cfr. Ch. de Rol., v. 860), ecc. Di qui nasce il passo seguente dell’Innamorato (II, XXIII, 18): «Re Carlo Mano avia fatte le schiere Molto ordinate e con gran sentimento; Il nome di ciascuno e le bandiere Poi sentirete e l’alto guarnimento». Questo ricacciare indietro la biscia, che già metteva fuori il capo (cfr. invece Mambr., V, 88), è molto onorevole per il poeta; poiché ce lo mostra altrettanto libero di fronte alla tradizione romanzesca, quanto egli era allorché aveva dinanzi la classica.
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