(791) [5] DOLCE; BENI; NISIELY; BOLZA.
(792) [6] XVIII, 49: Aen., X, 362-70 - st. 50: v. 371-72; 377-78 - st. 51: v. 375-76.
(793) [1] Fur., st. 51: Aen., X, 379. Va confrontato anche Stazio, IX, 744 sgg.
(794) [2] Mi fa meraviglia il non trovare nel Furioso il riflesso di certi versi di Virgilio, che rasentano già stranamente il burlesco. Si parla di due gemelli, così simili tra di loro, che i genitori stessi non li sanno distinguere: (X, 393) «At nunc dura dedit vobis discrimina Pallas: Nam tibi, Thymbre, caput Evandrius abstulit ensis; Te decisa suum, Laride, dextera quaerit Semianimesque micant digiti ferrumque retractant.» Proprio vero che dal tragico al comico la distanza è ben piccola.
(795) [3] Fur., st. 55: Aen., X, 420-25. Assai minore è l’affinità con Stazio, IX, 815-19.
(796) [4] Fur., st. 56-58: Aen., X, 426-38.
(797) [5] Già l’allusione preventiva nella st. 58, «Fortuna.... A più famosa man serbar l’un volse, Ché l’uomo il suo destin fugge di rado», è mera parafrasi del v. 438 di Virgilio. E subito si fa avanzare da ambe le parti l’uccisore. Sennonché l’Ariosto interrompe qui il racconto, per narrar di tutt’altro, e a Dardinello ritorna solo novanta ottave più oltre. St. 148: cfr. v. 440 - st. 150: v. 449-51 - st. 151: v. 452-58 e 476-78 - st. 152: v. 479-88.
(798) [6] Chiaro come ci sia riscontro fra il modo come parla a Partenopeo Amfione e come Partenopeo gli risponde, Theb., IX, 779-800, e le nostre ottave 148 e 150. Un duplice «puer», v. 780 e 791, sta di fronte al duplice «Fanciullo» dell’Ariosto.
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