(950) [3] NISIELY. Cfr. BOLZA, p. XXXI.
(951) [4] Di questa composizione ha trattato più ampiamente d’ogni altro Cesare Carocci: La Giostra di Lorenzo de’ Medici messa in rima da LUIGI PULCI; Bologna, 1899. Il lavoro può servire anche come fonte d’informazione generale.
(952) [1] CARDUCCI, nell’introduzione alle Stanze ecc. del Poliziano, p. XLV; CAROCCI, op, cit., p. 128.
(953) [2] Norandino riflette l’arabo Nur-el-din, o Nur-eddin, Noradinus negli scrittori latini dei medioevo. Portò questo nome un cortese e pietoso figliuolo del Saladino, che lasciò ottima fama anche presso i Cristiani. V. CESARIO, Dialogus miraculorum, IV, 15. E s’era pur chiamato così il sultano - una tra le più nobili figure del mondo saracino - che regnò ad Alep dal 1145 al 1174. Un Norandino principe di Damasco al tempo della prima crociata, padre di una Norandina, che fattasi cristiana e sposata a Baldovino, prigioniero del padre, gli partorisce il prode «Sanguineus», trovo in un capitolo intriso di elementi epici carolingi (V. Romania, XXVI, 64-65) della Cronaca di Maestro Tolosano: MITTARELLI, Accessiones ecc., col. 19 e 20; Docum. di St. ital. ecc., VI, 615.
(954) [3] Certo uno spettacolo simile a quello descritto nelle stanze 20-21 l’aveva presentato più e più volte Ferrara stessa anche nei tempi dell’autore. In mezzo alla descrizione della festa il poeta esce poi in quella sfuriata contro i popoli ed i principi cristiani (st. 73-79), ispiratagli certo assai più dall’affetto all’Italia e dal dolore del vederla così malmenata dai forestieri, che dallo spirito crociatesco.
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