33), 35, 41, 43, per non dire della fine della st. 63, dove si riassume in poche parole la liberazione narrata per disteso dal Conte.
(961) [2] Le altre, che le fanno compagnia, sono affatto secondarie, e non dicono nulla d’importante per noi: (st. 33) «Et avea in compagnia donne e donzelle, D’ogni età, d’ogni sorte, e brutte e belle.»
(962) [3] Superflue le citazioni. Avvertirò solo che nelle novelle siciliane la pietosa suol essere una fanciulla, figlia del Magu o della Mamma-draja. V. PITRÈ, Fiabe, I, 102; 135.
(963) [1] Anche il sentire al fiuto è già nell’Innamorato; ma in una forma meno vicina ai racconti popolari. Invece d’essere fuori, l’Orco è nella tana, e dorme: (st. 30) «Ma come se risvegli, incontinente Al naso sentirà che quivi è gente.»
(964) [2] Alle fiabe che si contano ai bambini dalle madri e dalle nutrici si richiama qui anche il Ruscelli.
(965) [1] V. pag. 274.
(966) [2] V. la già citata pag. 274.
(967) [3] Della conclusione di questo episodio si fece già cenno a p. 226.
(968) [1] Pag. 277.
(969) [2] Fur., XVIII, 60.
(970) [3] V. LÖSETH, p. 454.
(971) Voglio.
(972) L’anno passato.
(973) [1] V. Ricerche intorno ai Reali di Francia; Bologna, 1873; p. 296 e 318.
(974) [1] Pag. 275.
(975) [2] V. ib., n. 1.
(976) [3] Segue un verso non rispettato alla lettera da Lodovico: «Costor fur quei che la menarno in Franza». Ché Marfisa non va in Francia con questi due soli cavalieri, né ci va persuasa da loro (XVIII, 133; XX, 95). Questa lievissima dissonanza, anziché disturbare, giova; poiché sembra distruggere il sospetto, per sé non inverosimile, che l’Ariosto approfittasse per avventura di qualche abbozzo lasciato dal suo antecessore.
| |
Conte Superflue Magu Mamma-draja Fiabe Innamorato Orco Ruscelli Fur Voglio Ricerche Reali Francia Bologna Lodovico Franza Marfisa Francia Ariosto
|