141: «Con tanti tuoni e tanto ardor di lampi, Che par che ’l ciel si spezzi e tutto avampi»; Morg., XX, 31: «Cominciano apparir baleni e gruppi, E par che l’aria e ’l ciel si ravviluppi.» - Fur., st. 143: «I naviganti, a dimostrare effetto Vanno de l’arte in che lodati sono»; Morg., st. 33: «I marinai chi qua chi là si scaglia, Però che tempo non è da star fermo.» - Fur., XIX, 47: «E l’un ne spezza e portane il trinchetto, E ’l timon l’altro, e chi lo volge insieme»; Morg., st. 34: «E per antenna è l’arbor del trinchetto; Intanto un colpo ne porta il timone, E quel ch’osserva percuote nel petto, Tanto ch’egli ha la nave abbandonata, E portal morto via la mareggiata.» (Cfr. Aen., I, 115). - Fur., XIX, 51: «Veduto fiammeggiar la bella face, S’inginocchiaro tutti i naviganti; E domandaro il mar tranquillo, e pace, Con umidi occhi, e con voci tremanti»; Morg., st. 38: «Orlando s’era in terra inginocchiato, Rinaldo e Ulivier piangevon forte». - Cogli altri versi di questa st. 38 del Morgante cfr. la st. 48 del Furioso.
(999) [3] XX, 58: «E lo lasciò con Alessandra bella, Che poi diè nome a questa terra, erede.» È la moderna Alessandretta, o Scanderona.
(1000) [4] STRABONE, VI, 3.
(1001) [1] È suppergiù il processo di cui si vide (pag. 212) un esempio non suo nella storia d’Arianna. O forse l’Ariosto avrebbe qui pure trovato la mutazione già bell’e avvenuta? - Non è impossibile; ma neppure è probabile.
(1002) [2] Creta entrava già in qualche modo nelle vecchie storie di Falanto; poiché, secondo certe versioni, prima dell’arrivo dei Partenii, il territorio dove fiorirà poi Taranto, era occupato cogl’indigeni da una popolazione cretese, che accolse amichevolmente i nuovi venuti.
| |
Morg Vanno Morg Morg Cfr Morg Rinaldo Ulivier Morgante Furioso Alessandra Alessandretta Scanderona Arianna Ariosto Creta Falanto Partenii Taranto
|