(1318) [1] St. 51.
(1319) [2] St. 52.
(1320) [3] St. 53.
(1321) [4] St. 56.
(1322) [5] St. 57.
(1323) Egli quarto, con altri tre cavalieri.
(1324) [6] St. 58.
(1325) Per poco.
(1326) [7] St. 59.
(1327) [8] St. 60.
(1328) [9] St. 61.
(1329) [10] St. 62-63.
(1330) [1] Pag. 231-32.
(1331) [2] Pag. 326-28.
(1332) [3] LÖSETH, p. 452.
(1333) [4] V. Fur., XXIII, 44.
(1334) [5] Girone.
(1335) [6] Fur., XXIII, 45; XXII, 96.
(1336) [1] XXIII, 46.
(1337) [2] XXII, 96.
(1338) [3] XXIII, 46.
(1339) [4] St. 49; 47.
(1340) [5] St. 50.
(1341) [6] V. p. 325-26.
(1342) [1] St. 52.
(1343) [2] Il Löseth vi accenna con una parola a p. 454.
(1344) [3] St. 49.
(1345) [4] S’abbia un ragguaglio anche di quest’altro esempio, per quanto sia stucchevole il dover ripetere tante volte le medesime cose. Un tempo Girone (Palam., f.o 49, cfr. LÖSETH, p. 447) ha conquistato una bellissima donzella; bella, quanto malvagia: però la chiamano La Belle Male Damoiselle. Girone va pazzo d’amore per lei, tanto da dimenticare ogni altra cosa terrena; essa invece odia lui sopra tutte le cose. Ora, essendo accaduto che Girone uccidesse in giostra Mendon le Blanc, che gli voleva togliere la donzella, costei lo conduce con inganno verso una fortezza, ch’era di Luce le Jayant, fratello dell’ucciso. Albergano a poca distanza di là, presso un valvassore. D’accordo coll’ospite, la perfida fa venire dalla fortezza quaranta uomini, che prendono Girone disarmato. Il cavaliere è tratto alla rocca, e condotto dinanzi a Luce. Questi ha il buon senso di riflettere, che tanto il farlo morire non ritornerebbe in vita il fratello, e che d’altra parte sarebbe peccato uccidere un uomo così prode.
| |
Fur Girone Fur Il Löseth Girone Palam La Belle Male Damoiselle Girone Mendon Blanc Luce Jayant Girone Luce
|