(1405) [5] Fur., XXIII, 4: Inn., III, VI, 27.
(1406) [6] Fur., XXIII, 5: Inn., III, l. c.
(1407) [1] V. pag. 345.
(1408) [2] Fur., XXII, 88: Inn., III, VI, 33.
(1409) [3] Dal c. XXII saltiamo al XXV, st. 6.
(1410) [4] Pag. 355.
(1411) [1] PARIS, Rom. de la T. R., V, 181; Lancilotto del Tramezzino, II, 122 r.o
(1412) [2] LÖSETH, p. 163.
(1413) [3] Hist. litt., de la Fr., XXII, 686. Per i riflessi italiani si può vedere il mio Rinaldo da Montalbano, p. 55 (Propugnatore, III, II, 84).
(1414) [4] Rammenterò nondimeno, perché imitazioni facilmente accessibili, le Storie di Uggeri (Romania, IV, 400); il Morgante, XI, 84 e XII, 22 (cfr. Orlando, XXIII, 6); il Mambriano, V, 9.
(1415) [5] Poiché si cita l’Innamorato, si può ricordare di nuovo (V. pag. 222-23), così per incidenza, che anche Brandimarte (I, XX, 10) crede erroneamente di ravvisare la sua donna in una infelice che tre giganti traggono via a forza, e con grande ansietà si pone in ballo per liberarla. Cfr. Fur., XXV, 9.
(1416) [1] L. IV nell’ed. Moutier, VI nella volgata. Il delitto e la condanna anche nel Decamerone, G. V, nov. 6. La liberazione succede lì in tutt’altro modo. Uno dei pericoli e degli scampi di Ginevra, (V. p. 160), se ha dei contatti col caso nostro, presenta troppe differenze perché sia qui da considerare.
(1417) [2] Quest’ultimo tratto, importante per noi, è peculiare al Filocolo. Quindi, e insieme per il motivo che la conoscenza del Filocolo ci è apparsa (p. 170) e ci apparirà (cap. XIII) pressoché sicura anche altrove, cito della storia di Florio e Biancifiore questa redazione, a preferenza del cantare in ottava rima, che la semplicità delle linee renderebbe più gradito, e che al tempo dell’Ariosto era stato largamente diffuso ancor esso per via di parecchie stampe.
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