E Uggieri lasciò stare il cierchio, e ’l folletto sen’andò gridando.» - Ed infatti la «gientile fata» rende poi «buon merito» ad Uggeri, quand’egli ha da combattere contro Bravieri, sotto Parigi (Romania, III, 44).
(1432) [4] Un’imitazione, ben nota a Lodovico, nella Canzone del Petrarca, «Nel dolce tempo», str. 8. È superfluo ricordare Tiresia (Met., III, 324). Piuttosto rammenterò che Antonino Liberale, narrando dietro la scorta di Nicandro la storia di un’altra fanciulla cambiata in maschio, di Leucippo, menziona anche i casi meno noti di Panaste, Ipermnestra, Sipreta (cap., XVII). Rispetto a quest’ultima, la metamorfosi è rovescia: d’uomo in femmina; per punizione. Rimanderò poi chi voglia erudirsi intorno alle opinioni che intorno al mutamento dei sessi si avevano fuori del dominio delle finzioni romanzesche e mitologiche nel cinquecento e in quel torno, alla Questione XXII del l. II di quell’opera singolarissima che sono le Disquisitiones Magicae del Gesuita Martino Delrio.
(1433) [1] V. Romania, IV, 421.
(1434) [2] Intendiamoci: dietro il Pulci c’è l’anonimo autore dell’Orlando (c. XLVI, 5). Ma di lui non è supponibile che Lodovico avesse cognizione.
(1435) [1] Il mutamento della paternità sarebbe mai avvenuto semplicemente in servizio del Furioso, per interessare Aldigiero - forse il primo personaggio che si offerse al pensiero di Lodovico - alla sorte di Viviano e Malagigi? - Manifesto il dubbio, pur ritenendolo tutt’altro che verisimile.
(1436) [2] Cfr. anche un episodio del Lancelot: PARIS, Rom. de la T. R., IV, 15.
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