(1698) [1] Non paia un buon argomento in favore della prima alternativa l’essere il drudo della regina un negro, come nelle Mille e una Notte. Quel negro è suscettibile di ben altre spiegazioni. Tanto varrebbe volere che le Mille e una Notte, oppure una tradizione recondita, intervenissero per il Lafontaine in grazia dell’ingiallimento del bellissimo: «Quoi! le pauvre homme a la jaunisse!» dicon le dame nel rifacimento francese del racconto ariosteo quando «Joconde» arriva alla corte. Ora la circostanza, ignota al Furioso, s’ha invece nella narrazione araba, e, come s’è visto, nell’ungherese.
(1699) [2] E come contemporaneo ed amico ci ritorna poi davanti XLVI, 16. Intorno a lui si posson vedere le notizie date dal Cian nel Giorn. stor. della Letter. it., IX, 110.
(1700) [1] Cfr. quel che scrivevo nella 1a ed., p. 386-88.
(1701) [2] P. 446 e 438.
(1702) [3] Pantsch., I, 460: «Ariosto, in seiner Nachahmung des Rahmens von Tausendundeine Nacht (im 28. Gesange), hat dafür» - cioè in luogo della storia del genio - «die einem Fabliau entlehnte Geschichte der Fiametta substituirt.»
(1703) [1] «Elle qui ne demandoit aultre chose, ne s’excusoit en rien, sinon du lieu: Mais il n’est pas possible, qu’il se puisse trouver. - Ha! madame, dist-il, par ma foy, si vous voulez bien, il n’est maniere qu’on ne treuve. Et que scera vostre mary, quand il sera couché et endormy, si vous me venez veoir jusques en ma chambre? ou si mieulx vous plaist et bon vous semble, je viendray bien vers vous. - Il ne se peut certes ainsi faire, ce dit-elle,.... car monseigneur.
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