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      (1832) [3] A una specie di sentenza ricorre nel Bovo d’Antona Malgaria, la regina di Sadonia, quando vede di non poter più avere per marito Bovo, che ha trovato la prima sua moglie. Essa chiede a lui stesso uno sposo, «Chi sia prodomo per le arme portà, Chi possa lo mio regno tegnì e governà», ed è data a Teris (Ricerche int. ai Reali di Fr., p. 566). Non è prezzo dell’opera rammentare una pretesa allusione ad un preteso fatto storico contemporaneo, che il Fórnari crede di vedere nel caso della regina d’Islanda (Spositione, I, 63; Ib., 499). Ne parlano, riportando le parole dell’autore calabrese, anche il Panizzi e il Mazuy (III, 65).
      (1833) [4] Una rubrica degli Egregi Fatti del Gran Re Meliadus, Parte seconda, 361 r.o (cap. CV), fa immaginare un’affinità, che alla prova si riconosce insussistente: «Come al re Artù fu data una corona molto ricca, che la desse al miglior cavalier del mondo.» E infatti una donzella viene a corte con questa corona e si presenta al re. Ma la corona è per un cavaliere determinato; non c’è luogo a scelta, bensì solo ad un po’ d’indagine per scoprire l’autore di una grande prodezza, il quale modestamente si è voluto celare. Bentosto si ritrova essere il re Meliadus. L’originale di questo episodio è riassunto dal Löseth a p. 472.
      (1834) [1] Tutti e tre si vedono nel campo di Agricane presso il Boiardo, Inn., I, X, 12.
      (1835) [1] LÖSETH, p. 91.
      (1836) [2] Blioberis, Hestor de Marès, Boorz e Drian, ai quali Tristano ha ricusato di manifestare il suo nome.
      (1837) Sole.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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