71), «Si levan pure e piglian l’arme adagio».
(1869) [2] St. 71.
(1870) [3] St. 73.
(1871) [4] Cfr. st. 75-76.
(1872) [5] St. 78.
(1873) Dar agio.
(1874) Si sollazzano.
(1875) [6] St. 82.
(1876) [7] XXXII, 63, e XXXIII, 66.
(1877) [1] XXXIII, 68.
(1878) [2] XXXII, 77.
(1879) [3] Cfr. XXII, 81.
(1880) Rammentato.
(1881) Cagione.
(1882) [4] St. 82.
(1883) Se ne veniva, dimorava.
(1884) [1] St. 83.
(1885) [2] V. st. 91.
(1886) Eccovi.
(1887) Pure.
(1888) [3] St. 84.
(1889) Allora.
(1890) [4] Cfr. st. 86.
(1891) [1] St. 87.
(1892) [2] St. 88.
(1893) [3] St. 91.
(1894) [4] St. 93.
(1895) [5] St. 94 e 93.
(1896) [6] Il Dunlop (DUNLOP-LIEBRECHT, p. 85) credette che l’Ariosto avesse tratto questo episodio dal Tristano: «Tristano rappresenta altresì una parte abbastanza considerevole nel canto XXXII dell’Orlando Furioso, dove si narra di lui una storia presa da questo romanzo» (il Trist.). L’asserzione si fonderà unicamente sul testo del poema, non su ciò che osservo a p. 502.
(1897) [1] Pharamont, personaggio storico-leggendario, come si sa, ha davvero una parte considerevole nei romanzi della Tavola Rotonda, soprattutto nel Palamedès. Gli si fa condurre lungo tempo la vita del cavaliere errante, come a Meliadus e al Morhault. Il lettore si ricorderà di averlo incontrato più volte negli episodî che s’ebbero ad esaminare. Quanto a Clodione, può darsi che l’Ariosto abbia creduto di trovarselo dinanzi nel re di cui il Tristan narrava nel principio come introducesse in Gallia il supplizio del fuoco contro gli adùlteri (LÖSETH, p. 14) stabilito da Apollo nel regno di Leonoys (V. p. 154). Quel re voleva essere Clodoveo; ma le grafie del nome, tra le quali noto, ad esempio, Claudes e Claudex nel Codice Estense VII, I, 23, potevano ingenerare errore.
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