(1912) [3] Pag. 300 e 309.
(1913) [1] LÖSETH, p. 250.
(1914) Partirsene.
(1915) Svillaneggiata.
(1916) [2] Trist., I, f.o 54: Trist. Ricc., p. 104; Tav. Rit., I, 127. I passi che qui riporto sono dati secondo la lezione del codice Estense VII, I, 23.
(1917) Cade.
(1918) Di lei.
(1919) Le conviene.
(1920) [1] Cfr. XXXII, 99-101.
(1921) [2] St. 99-100.
(1922) [3] LÖSETH, p. 135.
(1923) [4] Cfr. st. 99.
(1924) [5] V. pag. 470.
(1925) [1] Tavola Ritonda, I, 327. V. pag. 478.
(1926) [2] Questo episodio si trova trascritto anche nell’esemplare torinese del Palamedès (f.o 926), coll’espressa dichiarazione che si prende dal libro di Rusticiano.
(1927) [3] Hist. litt. de la Fr., XXII, 655; Romania, III, 42, 48, 53.
(1928) [4] Hist. litt. de la Fr., XXII, 478; GAUTIER, Epop. fr., 2a ed., IV, 304.
(1929) [5] V. pag. 306.
(1930) [6] V. pag. 379, e Rom., IV, 399.
(1931) [1] Codice Mediceo-Palatino 101, t. I, f.o 188.
(1932) [2] Orl., XXXV, 34; Morg., XVII, 50.
(1933) [3] Affatto casuale, e però da confinare in nota, l’analogia colle ultime fasi della storia di Mirman. Che se di questa leggenda, conservatasi unicamente in una redazione scandinava che fu pubblicata da E. Kölbing, Riddarasögur, Strassburg, 1872, p. 137-213, si ritiene da parecchi che sia tradotta da un originale francese (cfr. Orig. dell’Epop. fr., p. 133, n. 7), la conoscenza per parte dell’Ariosto non è davvero presumibile. Lì dentro il principe sassone Mirman, sposata, dopo molti altri casi, Cecilia, figlia del re di Sicilia, se ne va coll’assenso della moglie a trovare il re Clodoveo, presso il quale era cresciuto.
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