IX, 511); RENIER, La discesa ecc., p. XLVIII; LUDOVISI, L’Ugo d’Alvernia ecc. p. 20. Quanto al codice su cui non c’è questione (Rom., IX, 508), è da riconoscere col Tobler nel berlinese odierno.
(2037) [4] Sulle orme del Meschino cammina in parte anche Giuliano Dati nel Cantare che vide la luce non più tardi del 1494 col titolo La gran magnificentia de Prete Ianni signore dell’India Maggiore et della Ethiopia, ristampato da A. Neri nel Propugnatore, IX, I, 145-65. Di ciò si è bene accorto l’editore moderno, p. 140, messo in sull’avviso dallo stesso rimatore, st. 57.
(2038) [1] «Fenestre sunt de cristallo», dice la lettera. E il Mandavilla, con maggior chiarezza d’espressione: «les verrieres des sales et des chambres sont de cristal» (ZARNCKE, Abh. ecc., VII, 183).
(2039) [2] Nel capitolo già citato, tra i fattori della meravigliosa ricchezza del Prete Janni, si annovera «il grande trebuto che gli danno i saraini per non perdere l’aqua del Nilo». E nel cap. 41, ultimo del l. III, Guerrino arriva appunto alle «porti del ferro», donde l’acqua passa; «e a queste bocche sono saracinesche molto grandi da mandare giuso, per modo che l’aqua non potrebbe venire in Egitto. Io domandai: [Se] serronsi queste cateratte, donde passa l’aqua del Nilo? Rispuosero ch’ell’anderebbe costa alla montagna nel mare Rosso; e quella ch’andasse verso ponente, andrebbe nel mare renoso di Libia; e tutto l’Egitto, che sono settantadue reami, perirebbero per l’aqua, inperò che non vi piove mai. E due volte l’anno questo fiume bagna tutte le terre loro.
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