408.
(2115) [5] Un’altra imitazione ci dà lo stesso Palamedès (f.o 902) dentro all’impazzimento del Bon Chevalier sans Paour. TASSI, p. 567; LÖSETH, p. 463.
(2116) [6] V. p. 351. Nei Rom. de la T. R. del Paris, V, 327.
(2117) [7] V. anche il Mazuy, III, 267, e il Bolza, p. XXXVI.
(2118) [1] Lancelot, I, f.o 160; II, f.o 2; PARIS, Rom, de la T. R., IV, 68; V, 4. La terza guarigione è per così dire negativa: Lancilotto riacquista il senno, perché viene a mancare la forza della polvere, di cui Morgana s’era valsa per farglielo perdere.
(2119) [2] LÖSETH, p. 82.
(2120) [3] Cfr. XXXIX, 59. Cito le parole della Tavola Ritonda (I, 260), perché il mio codice del Tristan è laconico in questo luogo.
(2121) Quercia.
(2122) Riebbe.
(2123) Senno.
(2124) Si ha.
(2125) [4] Il Nisiely, avventato al solito, fa gran chiasso per quel Solvite me (st. 60). L’Ariosto esprime, semischerzoso, un unico pensiero con parole di Virgilio, richiamategli alla mente per via di associazione. Ecco tutto.
(2126) [1] Come già fece altra volta. V. pag. 249, n. 3.
(2127) [2] V. pag. 240.
(2128) [3] Fur., XIV, 117 sgg., e Inn., III, VIII, 26-31. Può anche essere che il modello, o i modelli, s’abbiano qui a cercare nelle storie. Non troppo facilmente m’indurrei tuttavia con Bastiano de’ Rossi (Lettera a Flamminio Mannelli, Firenze, 1585, p. 51) a riconoscere in Brandimarte il fiorentino Buonagiunta - o Bonaguisa - della Pressa, ed un suo fatto eroico, compiuto, secondo Bastiano e i cronisti di Firenze, a Damiata (1219), secondo gli storici delle Crociate, a Tolemaide (1191).
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