Ché, sapendone, non capirei che il poeta non buttasse in faccia questa testimonianza come un argomento trionfante all’ipercriticismo di Federigo Fulgoso (XLII, 20). Piuttosto, a me pare assai probabile che in grazia di Lodovico abbia scelto Lampedusa il Wieland, per collocarvi l’atto ultimo del suo poemetto Clelia und Sinibald. Il naufragio che fa capitare colà Sinibaldo e gli altri (l. X), nasce dal naufragio di Ruggiero (XLI, 16) ad un altro scoglio innominato di quei mari; e il romito che i naufraghi vi trovano, scommetterei essere quel medesimo che faceva già da quarant’anni vita solitaria e penitente, quando sopravvenne il capostipite degli Estensi.
(2147) [2] PARIS, Rom. de la T. R., I, 221. Tav. Rit., I, 469.
(2148) [3] A pag. 566.
(2149) [1] Entree de Spagne, f.o 70; Viaggio di Carlo M., I, 72; Spagna, c. III-IV.
(2150) [2] Il Bolza afferma (p. XXXIX); ma egli non sapeva che la stessa scena occorresse altrove. Del resto, se l’Ariosto conobbe il Fierabras, o fu nella redazione in prosa francese, o nell’italiana rimata, che entrambe s’erano stampate più volte. Delle due, la prima sarebbe nel caso presente un po’ meno discosta dal Furioso.
(2151) [3] Nella chanson de geste francese (Cod. Marc. CIV, 3, 4, f.o 63 v.o) e nell’Aspramonte in prosa (l. III, cap. 92).
(2152) [1] Cod. Marc.: «Mon segnor, des or creez nostre loy», ecc.
(2153) [2] Per giustificare le parole di Brandimarte, Lodovico ci dice di lui (XLI, 38) che «già con la bandiera Del re Agramante in Francia passato era.
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