(2260) [3] Questo racconto fu pubblicato dal Von der Hagen (Gesammtabenteuer, I, 455), che peraltro non ravvisò l’origine (V. ib., p. CL). Essa fu poi bensì ravvisata dal Liebrecht, Germania, I (1856), 261.
(2261) [1] Cotale efficacia è dovuta certamente alle gemme, alle quali il medioevo attribuisce virtù portentose. Cosi l’agata «Portantem tutum viresque ministrat» (MARBODO, II): l’alettorio «Invictum reddit… quemcumque gerentem» (Id., III).
(2262) [2] In una bella nota incidentale sulla leggenda di Procri, Hermes, XVIII (1883), 425.
(2263) [3] KÖHLER, Zu Dietrichs von Glezze Gedicht «Der Borte», in Germania, Nuova Serie, XIX, 49.
(2264) [4] G. V, nov. 9a: «... Ed acciò che egli l’amor di lei acquistar potesse, giostrava, armeggiava, faceva feste e donava, e il suo senza alcuno ritegno spendeva.... Spendendo adunque Federigo oltre ad ogni suo potere molto,.... le ricchezze mancarono, ed esso rimase povero». Cfr. XLIII, 75-76.
(2265) [1] G. III, nov. 7a: «.... Ancora che spesso della sua crudel donna si ricordasse, e fieramente fosse da amor trafitto, e molto disiderasse di rivederla, fu di tanta costanzia, che sette anni vinse quella battaglia.... In tanto disiderio di rivederla s’accese, che, più non potendo sofferire, si dispose a tornare a Firenze.» Cfr. st. 80-81.
(2266) [2] Il sesso maschile non è escluso. V. BENFEY, Pantsch., I, 254. Per le serpi-donzelle si possono consultare DUNLOP-LIEBRECHT, p. 173 e nota 225; GRIMM, Deutsche Mythologie, 2a ediz., p. 920; G. PARIS, in Hist. litt. de la Fr., XXX, 191; SCHOFIELD, Studies on the Libeaus Desconus, Boston, 1895, p. 199.
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