Il che fatto avendo, al suo signore ritornò, al quale ripose in mano l'oro e tutto quello ch'egli di questi paesi aveva tratto. Per il che il califa, avendo conosciuto il valore e veduto il felice successo di costui, fece pensiero di metterlo in una impresa maggiore e dissegliene. A cui egli rispose: «Signor mio, io ti prometto che, sí come io t'ho fatto acquistar queste regioni di ponente, cosí sarò cagione che avrai l'imperio di tutti i regni del levante, cioè dell'Egitto, della Soria e di tutta l'Arabia, vendicando le offese e gli oltraggi che sono stati fatti ai tuoi antecessori dalla casa di Lhabas. Né cessarò di metter la persona mia in tutte le difficultà e pericoli, per insino a tanto che io t'abbia rimesso nel seggio antico dei tuoi nobili e generosi avoli e progenitori illustri del sangue tuo». Inteso il califa l'animo e la promessa del suo vassallo, fatto uno esercito di ottantamila combattenti, lui con molto oro e con molta vettovaglia licenziò.
Partitosi adunque il fedele e animoso schiavo, drizzò lo esercito per lo diserto che è fra la Barberia e lo Egitto, né prima giunse in Alessandria che il locotenente dell'Egitto si ritirò verso Bagaded, per essere insieme con Eluir califa. Laonde Gehoar fra lo spazio di pochi giorni e con piccolo impedimento acquistò tutte le regioni dell'Egitto e della Soria. Tuttavia non dimorava senza sospetto, dubitando non il califa di Bagaded, venendone di là con gli eserciti dell'Asia, gli desse qualche grande stretta e lo riducesse a pericolo di perder le difese e gli eserciti della Barberia.
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