Per il che si diliberò di fare una fortezza nella quale, se il bisogno occorresse, potessero ricoverarsi le genti e sostener l'impeto dei nimici. Fece adunque edificare una città tutta circondata di mura, nella quale vi faceva star di continuo uno de' piú fidati a guardia con una parte del suo esercito. Alla città pose nome Elchaira, la quale poscia per l'Europa fu detta Cairo. Questa di giorno in giorno e di borghi e d'abitazioni di dentro e d'intorno è ita accrescendo, per sí fatto modo che in tutte le parti del mondo un'altra simile non si truova.
Ora Gehoar, vedendo che 'l califa di Bagaded non faceva contra di lui alcuno apparecchio di battaglia, allora avisò il suo signore come tutte le regioni per lui acquistate gli prestavano obbedienza, e che le cose erano ridotte in pace e ben difese e guardate. Perciò, quando paresse alla sua felicità di trasferirsi con la persona nello Egitto, valerebbe piú la presenza di lui allo acquisto di ciò che restava, che centinaia di migliaia di combattenti, e sarebbe cagione che 'l califa di Bagaded lasciando il ponteficato e il regno se ne fuggisse. Come questa bella e magnanima esortazione pervenne all'orecchie del signore, esso, senza altrimente considerare a quello che potrebbe avenire in contrario, insuperbito dalle lusinghe della seconda fortuna preparò un grosso esercito e partissi, lasciando per governatore e general capitano di tutta la Barberia un principe del popolo di Zanhagia, il quale gli era non pure amico, ma domestico servitore.
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