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      Costoro hanno vaghezza di andar bene in ordine e tenere i cavalli molto ben guarniti, e i lor padiglioni sono belli e grandi. Sogliono il tempo della state andare a' confini di Tunis a pigliar le provisioni loro, e l'ottobre si forniscono di ciò che fa lor bisogno, sí come di vettovaglie, di panni e d'arme, e con queste ritornando nei diserti vi rimangono tutto il verno. Poscia la primavera si sollazzano nelle caccie, con cani e falconi seguitando ogni sorte di fiere e di uccelli. E io molte volte ho alloggiato con loro e mi sono valuto di molte cose, e hogli veduti nei lor padiglioni piú forniti di panni, di rami, di ferri e di ottoni che non sono molti nelle cittadi. Tuttavia non è da fidarsi di questi tali, percioché rubbano e assassinano volentieri; e pur sono assai cortesi: amano la poesia e nella lor lingua commune dettano versi elegantissimi, ancora che il linguaggio oggi sia corrotto, e un poeta di qualche nome è molto grato ai signori e dannogli di gran premi, né vi potrei dire quanta purità e grazia essi abbiano nei lor versi.
      Le donne di costoro vanno secondo il paese molto ben vestite. Gli abiti sono camicie negre con larghe maniche, sopra le quali portano un lenzuolo del medesimo colore o pure azurro, e se lo involgono e aggroppano di maniera che, venendone gli orli su le spalle, di qua e di là è ritenuto da certe fibbie d'argento fatte assai maestrevolmente. Usano di aver nell'orecchie molti anelli pur d'argento, e cosí nelle dita delle mani, e similmente con alcuni cerchietti si cingono le gambe e le calcagna, come è costume degli Africani.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Tunis Africani