Portano ancora queste donne certi pannicini su la faccia, i quali sono forati dirimpetto agli occhi, e quando essi veggono un uomo che non sia loro parente, con que' pannicini ascondono subito il viso e non parlano, ma quando sono fra mariti e parenti tengono sempre il drappicino alzato. E come gli Arabi si vanno mutando di luoco in luoco, cosí pongono le lor donne a seder sopra li camelli su certe selle per ciò fatte a modo di ceste, ma coperte con bellissimi tapeti, e sono tanto piccole che non vi può capere altro che una femina sola. E i giorni che sono eletti per combattere menano similmente seco le donne per confortarle e far che men temano. Sogliono ancora queste donne, avanti che elle vadano a marito, dipingersi la faccia, il petto e tutte le braccia insieme con la mano e le dita, percioché ciò tengono per cosa molto gentile. Questa cotale usanza hanno presa dagli Arabi africani, nel tempo che essi vennero ad abitar tra loro, che prima non l'avevano. Ma tra cittadini e nobili della Barberia non si costuma ciò fare, anzi le lor donne si mantengono nella medesima bianchezza con la quale nacquero. È vero che alle volte prendono certe tinte fatte col fumo di galla e di zaffrano, e con quelle tingendosi la metà della guancia formanvi una cosa tonda come uno scudo, e fra le ciglia fanno quasi uno triangolo, e sul mento non so che assomiglia a una foglia d'oliva, e alcune ancora tingono tutte le ciglia. E percioché questa foggia è lodata dai poeti arabi e dalle persone nobili, la tengono per leggiadra e per gentile.
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