Dal che procede che questi Arabi sono i peggiori e i piú terribili assassini che siano nel mondo, e quanti forestieri vengono nelle mani loro, poi che gli hanno spogliati di ciò che lor trovano, gli vendono ai Siciliani. A tanto che da cent'anni in qua non è passata carovana nessuna per la rivera del mare che cinge il detto diserto nel quale è l'abitazione di questi Arabi, ma quando ve ne passa alcuna, ella suole andar per la terra ferma, discosto dal mare cerca cinquecento miglia.
Io fuggendo dalle loro mani corsi tutta quella rivera per mare con tre legni di mercatanti, e come questi ne viddero vennero correndo al porto, mostrando di voler con noi fare alcuni mercati che ci sarebbono a utile. Ma non ci fidando di loro, niuno volle smontar nel terreno prima che essi per sicurtà alcuni lor figliuoli diedero in poter nostro. Il che fatto, comprammo alquanti di lor castrati e botiro e si partimmo di subito, temendo per ogni poco di esser sovragiunti da corsali di Sicilia e di Rhodo. Costoro infine sono brutti, mal vestiti, asciutti e macilenti per la gran fame, e tali che pare che la maladizione d'Iddio sia ad ogni tempo stata data sopra questa dannata e pessima generazione, senza da quella partirsi mai.
Soaua, cioè quegli che attendono alle pecore, gente africana che segue lo stile degli Arabi.
Sono molti lignaggi d'Africani i quali tengono esercizio di levar pecore e buoi, né in altro si travagliano tutto dí. E la maggior parte di essi abitano a piè del monte Atlante, e ancora fra il detto monte.
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