In tutti i terreni di Numidia sono molti scorpioni e serpi, dai morsi e punture de' quali nella state ogni anno vi muore di gran gente. Libia è eziandio paese disertissimo, secco e tutto arena, dove non si trova né fonte né fiume né acqua, eccetto pure certi pozzi i quali hanno acqua piú tosto salsa che no, e questi non sono molti. E v'hanno alcuni luoghi ne' quali per sei e sette giorni di cammino non si trova acqua, e bisogna che i mercatanti se la portino negli utri sopra i camelli, massimamente nella strada che è da Fez a Tombutto o da Telensin ad Agadez.
E assai peggio è il viaggio che s'è trovato da moderni, il quale è di andar da Fez fino al Cairo per lo diserto di Libia. Nondimeno in questo viaggio si passa a canto d'un grandissimo lago, d'intorno al quale sono i popoli di Sin e di Gorrhan. Ma nel viaggio di Fez a Tombutto si trovano alcuni pozzi foderati dentro o dei cuori dei camelli o murati con le ossa de' detti animali, ed è gran pericolo a' mercatanti, quando si mettono a quel viaggio d'altro tempo che il verno, percioché allora soffiano alcuni silocchi o venti meridionali, e levano tanta arena che cuopre i detti pozzi, in tanto che i mercatanti, che si partono con speranza di trovar ne' luoghi consueti l'acqua, non vi discernendo né segno né vestigio di pozzo per esser coperti dalla arena, sono costretti a morirsi di sete, e sovente da viandanti si veggono l'ossa loro e di loro camelli biancheggiare in diversi luoghi. A questo c'è un solo rimedio e molto strano, il quale è che amazzano alcun camello, e spremendo dalle loro budella l'acqua che vi trovano, se la beono e compartono per insino che s'abbattino a qualche pozzo o che per la lunga sete muoiono.
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