Sono vili e conducendosi nella Barberia si danno ad ogni vilissimo mistiere, e d'essi quai sono curatori di destri, quai cuochi e guatteri delle cucine e quai famigli di stalle, e infine per danari fanno ogni vituperosa operazione.
Quegli di Libia sono bestiali, ignoranti, senza lettere di niuna sorte, ladri e assassini, e vivono come fanno gli animali salvatichi. Sono eziandio senza fede e senza regola, e vissero in ogni tempo, e vivono, e sempre in miseria viveranno. Non è sí grande e orribile tradimento, che essi per cagione e desiderio di robba non facessero; né sono animali che piú portino lunghe le corna di quello che se le porta questa canaglia. Tutto il tempo della vita loro consumano o in far male o in cacciare o in far tra lor guerra o in pascer le bestie per li diserti, e sempre vanno scalzi e nudi.
Quei della terra negra sono uomini bestialissimi, uomini senza ragione, senza ingegno e senza pratica; non hanno veruna informazione di che che sia e vivono pure a guisa di bestie senza regola e senza legge; le meretrici tra loro sono molte e per conseguente i becchi; da alcuni in fuori che abitano nelle città grandi. Essi in fine hanno poco piú del sentimento umano.
Non m'è ascoso esser vergogna di me medesimo a confessare e scoprire i vituperi degli Africani, essendo l'Africa mia nudrice e nella quale io sono cresciuto e dove ho speso la piú bella parte e la maggiore degli anni miei. Ma faccia appresso tutti mia scusa l'officio dell'istorico, il quale è tenuto a dire senza rispetto la verità delle cose, e non a compiacere al desiderio di niuno: di maniera che io sono necessariamente costretto a scriver quello che io scrivo, non volendo io in niuna parte allontanarmi dal vero e lasciando gli ornamenti delle parole e l'artificio da parte.
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