Ho inteso da molti che il detto monte fa venticinquemila combattenti fra cavalli e fanti a piè. Nel mio ritorno da Sus io passai per questo monte, e per le lettere ch'io aveva di serif principe mi furon fatte molte carezze e onori, nell'anno novecentoventi.
Monte del ferro, detto Gebelelhadid.
Questo monte non è di Atlante, percioché incomincia dal lito del mare Oceano di verso tramontana e si estende verso mezzogiorno a canto il fiume di Tensift, e parte la region di Hea da quella di Marocco e dalla regione di Duccala. Abita in questo monte un popolo chiamato Regraga. Quivi sono grandissimi boschi, molti fonti, gran copia di melle e olio di argan; di grano hanno poca quantità, ma lo conducono da Duccala. Sono poveri uomini, ma da bene e divoti. Nella cima del detto monte si truovano molti romiti, che vivono di frutti di alberi e di acqua. Sono fedeli e amatori di pace, e come uno commette qualche latrocinio o altro male, lo bandiscono del paese per certo tempo. Semplici sono oltre a modo, di maniera che quando alcuno di quei romiti fa qualche operazione l'hanno per miracolo. Gli Arabi loro vicini danno lor spessi travagli, onde il popolo per viver quietamente suol pagare certo tributo.
Maumet re di Fes si mosse contra questa parte di Arabi, onde essi fuggirono ai monti. I montanari, aiutati dal favore del re, si fecero forti e assaltarono gli Arabi nelle strettezze dei passi, in modo che da questi e dallo esercito del re furono tagliati a pezzi, e menati al re degli uccisi tremilaottanta cavalli.
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