Il quale vi usò di grandissime crudeltà, percioché egli fece uccider per insino a' fanciulli, e le femine gravide, faceva aprire il corpo e cavarne fuori le creature, le quali erano sbranate sul petto delle loro madri, e prima che gustassero la dolcezza della vita sentivano l'acerbità della morte. Dell'anno 900, cosí, la detta fortezza rimase disabitata. Vero è che nell'anno novecentoventi in qualche parte s'incominciò a riabitare, ma solamente nelle coste del monte si puote ora lavorare e seminar le cose opportune al vivere, percioché nel piano non si può pur solamente passare, quando per tema degli Arabi e quando de' Portogallesi.
Tenezza.
Tenezza è una città forte nella costa d'una parte del monte Atlante, che è detta Ghedmina, edificata dagli Africani antichi, lontana da Asifinual quasi otto miglia verso levante. Sotto di essa sono molte pianure e tutte buonissime per grani, ma gli abitatori, per essere molestati dagli Arabi, non possono coltivare il terreno. Solamente seminano su le costiere del monte e tra il fiume e la città: pagano eziandio per tal cagione agli Arabi di gravezza uno terzo delle rendite dell'anno.
Delgumuha nova.
Questa città è una gran fortezza sopra una montagna altissima: d'intorno è circondata da diversi altri monti. Sotto la detta fortezza nasce Asifinual, che nella lingua africana è interpretato «fiume di romore», perché cade giú del monte con grande strepito, e fa uno profondo, nella guisa dell'inferno di Tivoli nel contado di Roma. Fu edificata da certi signori a' nostri dí, e fa presso a mille fuochi.
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