Quivi nasce il grano bello e grosso e il migliore ch'io abbia veduto giamai, e la farina è perfettissima. Ma gli Arabi aggravano molto questa città, e similmente il signor di Marocco, di maniera che la maggior parte della campagna è disabitata; e ancora gli abitatori della città incominciano a lasciarla, e sono molto poveri di danari, ma di possessioni e di grani ve ne hanno assai. Io quivi alloggiai appresso un romito nominato Sedicanon, uomo di gran riputazione e stima.
Tumeglast.
Tumeglast sono tre piccioli castelli nel piano, lontani da Atlante verso tramontana quattordici miglia e da Marocco circa a trenta. Sono tutti circondati di palme di datteri, uve e altri frutti; hanno d'intorno una bella campagna e buonissima per grani, ma non si può lavorare per la molestia degli Arabi. E i detti piccioli castelli sono presso che disabitati, né vi ha dentro piú che dodici o quindici famiglie, le quali sono congiunte di parentado al sopradetto romito, e per favor di costui possono coltivare una particella della detta campagna senza pagar cosa alcuna agli Arabi, i quali poi ne' viaggi che fanno ai castelli alloggiano nelle case loro. Le quali case sono picciole e disagiate, e hanno piú tosto forma di stalle d'asini che d'albergo d'uomini, per sí fatto modo che sempre sono ripiene di pulici, di cimici e di tai noie. E le acque sono salate. Io fui in questa terra alloggiato con Sidi Iehie, che era venuto a scuoter li tributi di quel paese in nome del re di Portogallo, dal quale era stato fatto capitano della campagna di Azafi.
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