Come si giunge alla sommità della torre, truovasi un'altra picciola torricella, la cui cima è come una guglia e cinge venticinque braccia, quasi tanto quanto il masso della torre, è alta come due gran lancie e fatta in tre solai in volta: vassi da un solaio in l'altro con certe scale di legno. Su la cima de la guglia è uno spiedo fitto molto bene, e vi sono tre pomi d'argento l'uno sopra l'altro infilzati, e quello di sotto è piú grande che quello di mezzo, e quello di mezzo piú grande che quello di sopra. Come l'uomo è nel piú alto solaio, gli conviene volgere il capo come chi è nella gabbia dell'albero d'una nave, e piegando gli occhi dal di sopra alla terra, gli uomini di qualunque grande istatura non gli paiono punto maggiori d'un fanciullo d'un anno, e vedesi benissimo la montagna di Azafi, la quale è discosto da Marocco centotrenta miglia; veggonsi ancora le pianure che sono d'intorno quasi per lo tratto di cinquanta miglia.
Il sopradetto tempio di dentro non è molto ornato, e tutti li soffittati sono fatti di legname, tuttavia con assai bella architettura, come molti che noi abbiam veduto nelle chiese d'Italia. È vero che esso è delli maggior tempii che si truovino al mondo, ma oggidí è abbandonato, percioché gli abitatori non usano di farvi dentro le loro orazioni altro giorno che il venere. E la detta città è molto mancata circa all'abitazioni, e massimamente le contrade vicine al detto tempio, e con gran fatica vi si può andare, per cagione della rovina di molte case che impediscono la strada.
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Azafi Marocco Italia
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