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      Sotto il portico del detto tempio solevano essere presso a cento botteghe di librari, e altretante al dirimpetto: ma al presente non se ne truova in tutta Marocco una sola, e la povera città è in due terzi disabitata. Il terren vacuo è piantato di palme, d'uve e d'altri alberi fruttiferi, percioché i cittadini non possono tener di fuori un palmo di terreno, per essere molestati dagli Arabi.
      E in vero ei si può dire che questa città sia invecchiata innanzi tempo, perché non forniscono ancora cinquecentosei anni che fu edificata: ma la cagione di ciò nacque dalle guerre e dai mutamenti delle signorie. Dette principio alla sua edificazione Giuseppe, figliuolo di Tesfin, l'anno quattrocentoventiquattro di legira. E morto Giuseppe regnò il suo figliuolo Hali, al quale successe Abraham suo figliuolo, nel cui tempo ribellossi un certo predicatore, chiamato Elmahdi, uomo nato e accresciuto nelle montagne. Costui, fatta buona quantità di soldati, mosse guerra ad Abraham. Perciò fu necessario al re di uscir con la sua gente contra a questo Elmahdi, e fatto giornata il re, avendo la fortuna contraria, fu rotto e impeditogli le strade di tornare nella città, di maniera che egli, lasciandola adietro, fu costretto a fuggirsi verso levante, tenendo il cammino accanto la costa di Atlante, con quella poca quantità di gente che gli era rimasa. Elmahdi, non si contentando di ciò, commise a uno capo de' suoi discepoli, detto per nome Habdul Mumen, che seguitasse il re con la metà dell'esercito, ed egli rimase con l'altra metà all'assedio di Marocco.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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