In mezzo dell'edificio è una fontana bellissima, lavorata e fatta di bianchissimi marmi, ma bassa all'usanza di Africa. Soleva esserci già, sí come io odo dire, gran numero di scolari, ma oggidí non sono piú che cinque, ed evvi un lettore ignorantissimo legista, il quale poco intende d'umanità e meno di altra scienzia.
Io, quando fui in Marocco, ebbi domestichezza con un giudice, persona invero ricca e buon conoscitor dell'istorie africane, ma poco perito nelle leggi: e ottenne quello ufficio per la pratica ch'egli fece in quaranta anni che fu notaio e favorito del re. Gli altri che amministrano gli uffici publici mi parvero uomini di grosso ingegno, per l'esperienzia ch'io ebbi quando fui con questo signore in campagna, dove lo trovai la prima volta che arrivai nella region di Marocco.
Sono ancora nella detta rocca undici o dodici palazzi molto ben fatti e ornati, i quali furono fatti edificar dal Mansore. Nel primo che s'incontra stava la guardia di certi balestrieri cristiani, i quali solevano esser cinquecento, e questi erano soliti di camminare sempre dinanzi al signore quando si moveva da un luogo all'altro. Nel palazzo accanto a questo alloggiavano altretanti arcieri, e un poco avanti al palazzo è l'albergo dei cancellieri e secretari, il quale nella lingua loro è chiamato la casa dei negozii. Il terzo è detto il palazzo della vittoria, e in questo si tenevano l'armi e le monizioni della città. Ci è un altro un poco piú oltre al detto, nel quale alloggiava il maestro di stalla del signore, e vicino a lui sono tre stalle fatte a volte, in ciascuna delle quali possono capire agiatamente dugento cavalli.
| |
Africa Marocco Marocco Mansore
|