Fa circa a quattromila fuochi ed è molto abitata, ma ha poca civiltà. Vi fu già gran copia di artigiani, e furonvi da cento case di giudei. Il terreno è ottimo e fruttifero, ma gli abitatori sono di poco ingegno, percioché nol sanno coltivare né porvi vigne; usano bene di far qualche picciolo orticello.
E allora che le forze dei re di Marocco cominciarono a indebolirsi, resse la detta città certa famiglia detta la famiglia di Farhon, e nel tempo mio vi reggeva un valente signore il quale era detto per nome Hebdurrahman, e aveva per regnare ammazzato un suo zio: dipoi pacificò la città e rimase lungo tempo nella signoria. Aveva costui una bellissima figliuola, la quale, innamoratasi d'un certo uomo popolare, ma capo di molte genti, detto Hali figliuol de Goesimen, per opera d'una schiava e della madre di lei giacque piú volte seco. Del che egli, avutone aviso dalla schiava, riprese la moglie e minacciolla di morte, ma dipoi dimostrò di non farne conto. Ella nondimeno, conoscendo la malvagità del signore, fece intendere a colui che se ne guardasse. Hali adunque (che cosí era il suo nome), dubitando da vero della sua vita, si risolse di ammazzar lui e, scoverto questo suo segreto ad uno giovane animoso e capo ancora egli di molta fanteria, di cui molto fidar si poteva, ambi d'un medesimo animo niente altro che tempo a ciò atto aspettavano. Il re da l'altra parte, il giorno d'una festa solenne, avendo fatto dire ad Hali ch'ei voleva, doppo il compimento dell'orazione, cavalcare alquanto con esso lui per cagione di sollazzo, e perciò l'attendesse a certo luogo, dove egli aveva fatto pensiero di ucciderlo, se n'andò al tempio.
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