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      E lo viddi menare in catena, scalzo, e n'ebbi grandissima compassione, perché il povero vecchio fu isforzato per necessità a far quello che fece, considerando ch'era meglio a pagar il tributo che perder la robba e le persone. Per la liberazione del quale se intromesseno molti appresso al detto re di Fez, talché lo feciono liberare per via di pagamento, e dipoi la città rimase disabitata, nell'anno 921.
     
     
      Centopozzi, città di Duccala.
     
      Questa è certa terricciuola sopra un colle di sasso tevertino, fuori della quale sono molte fosse, dove gli abitanti solevano riponere il grano. E dicono quei del paese che nelle dette fosse è stato serbato detto grano cento anni continovi, senza guastarsi né mutar odore; e per la moltitudine delle sopradette fosse, simili a pozzi, è detta la città dei cento pozzi. Il popolo di questa città è di niun conto, perciò non vi si trova artigiano alcuno, eccetto certi giudei fabbri. E nel tempo che il re di Fez condusse il populo di Elmadina ad abitar nella sua regione, volle similmente condur quest'altro; ma esso, non volendo far tal mutamento, fuggí in Azafi per non voler lassar la patria. Il re, ciò vedendo, saccheggiò la città dei cento pozzi, nella quale altro non trovò che grano, mele e cose gravi e di poco valore.
     
     
      Subeit, città nella medesima.
     
      Subeit è una picciola città sopra il fiume di Ommirabih verso mezzogiorno, ed è lontana da Elmadina circa a quaranta miglia. È questa città soggetta agli Arabi di Duccala. Di grano è molto fruttifera e di mele, ma per ignoranzia del popolo non si truova orto né vigna alcuna.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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